“ Utilizzando figure e materiali direttamente ereditati dalla cartellonistica stradale e informativa, Francesco Garbelli realizza sovente una segnaletica falsa e fuorviante, allestita con vena pacatamente ironica o evidentemente malinconica. Da sempre interessato all’estetica e alla produzione di senso dei segnali, l’artista opera dunque circa lo stravolgimento della comunicazione, sia portando alle estreme conseguenze le logiche di una normale trasmissione di notizie sia sovvertendo in maniera inverosimile e irragionevole il messaggio originario. Dopo aver installato in passato cartelli apparentemente illogici (perlomeno per la circolazione automobilistica) sulle strade – parodiando l’iconografia e la nomenclatura ufficiale studiata dai cosiddetti esperti – l’artista costruisce adesso quadri nati e nutriti dalla continua relazione tra insegne e storie on the road, tra dati su viabilità e urbanistica e oggetti segnati da un’esistenza consumata ai bordi di una carreggiata. Francesco Garbelli racconta vicende intrise di lacrime di ossido di carbonio, con colonne sonore composte da motori rombanti, impolverate da patine di smog, scandite da addii a 16 valvole e amori a tutto gas. Descrive la strada quale teatro di un’antica battaglia, con le sue strategie e i suoi scontri campali, disseminato di croci e reperti, epitaffi e vestigia, capace di trasformare un cartello in didascalia storica e un mazzo di fiori in monumento ai caduti”. 

 

Maurizio Sciaccaluga

 

“Speciale arte giovane”, Tema Celeste, n.° 68, 1998