L’artista giovane. Fermo immagine: Milano 1985-86 si focalizza sul lavoro dei giovani artisti che hanno vissuto e operato a Milano tra la primavera del 1985 e l’inverno del 1986. Il periodo preso in esame è circoscritto da un lato dall’apertura della mostra nella ex fabbrica Brown Boveri (18 e 19 maggio 1985), dall’altro dall’inaugurazione di Cangiante, l’esposizione-evento di Corrado Levi al Padiglione d’Arte Contemporanea (3 dicembre 1986).
In realtà il termine ad quem, la data con cui si chiude la “cronologia dei fatti salienti” che fa da timone alla mostra, è il 27 novembre 1986, giorno di apertura di una singolare mostra intitolata Accademici, Scapigliati, Neoromantici al Centro di Cultura Ezio Francesco Grisanti a cura di Manuela Gandini: l’ultima ampia esposizione
di giovani artisti prima di Cangiante, l’ultima situazione contaminata, accalorata, sincretistica, tanto stucchevolmente romantica quanto sbarazzina, cioè tipica di quello che è passato alla storia come “l’immaginario anni Ottanta” e di cui gli artisti allora trentenni sono stati l’incarnazione.
Il 1985-86 per Milano, la città italiana più emblematica di quell’immaginario, è l’anno di emersione ufficiale della fi gura del giovane artista. A testimoniarlo, tra l’altro, sono due copiosi articoli – il secondo dei quali è fi rmato da Lea Vergine – usciti a pochi mesi di distanza, tra dicembre 1985 e febbraio 1986, su di un settimanale all’incirca di massa come “Panorama”: ma sono soprattutto l’apertura di nuovi atelier, la successione di mostre in spazi espositivi “del sistema”, la nascita di apposite gallerie – a partire dal tardo autunno del 1986 – che hanno nel giovane artista la fi gura di riferimento. In quell’arco di mesi insomma si assiste alla fi oritura di un fenomeno che in fondo non è mai appassito, se è vero che pure oggi un artista viene preso in considerazione soltanto se appare giovane anche a prescindere dalla sua età.
L’artista giovane raccoglie opere di artisti all’incirca trentenni situati a Milano nel periodo in questione. Le opere sono state realizzate o esposte – e nella maggior parte dei casi sia realizzate sia esposte – nel capoluogo lombardo. Ovviamente quelle raccolte non sono tutte le opere di tutti i giovani artisti che erano presenti in città nel 1985-86: sono le opere che sono state trovate. Parecchi tra gli artisti interpellati hanno riconosciuto di non avere più notizie dei lavori di quel periodo, non pochi hanno ammesso di averli distrutti. La mostra si propone anzitutto di raccogliere le testimonianze di una generazione di artisti “prima di Cangiante”, ovvero antecedente la completa istituzionalizzazione del fenomeno, e per molti versi la sua canonizzazione.
Le opere esposte – e forse, nel momento in cui vengono create, anche i loro autori – vivono in un limbo, in una dimensione di “già e non ancora”: sono già parte di un sistema di natura mediatico-mercantile che si è andato disponendo negli anni precedenti e che sta per trovare la sua messa a punto, ma non sono ancora del tutto dei prodotti, mantengono qualcosa di autentico, talvolta di acerbo o persino naïf, “tipico” del giovane artista che può essere ritenuto un artista davvero giovane.
La mostra si propone come un fermo immagine di una pellicola molto più ampia che nemmeno ci sogniamo di proiettare per intero: forse però qualcuno, prima o poi, dovrebbe farlo, se non per altro per rivedere un periodo così determinante per il nostro presente, e così maldestramente accantonato.