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Una delle cose che mi ha affascinato del lavoro di Francesco Garbelli è la capacità di immaginare luoghi, situazioni e tempi altri rispetto alla realtà, trasformando banali evidenze (i segnali indicatori) in concetti complessi. Passare dal frammento al sistema genera l’utopia. La sua idea di Atlantide è una originale intuizione, che recupera il mito attraverso tracce urbane, quasi applicando le idee di Roland Barthes, a proposito del legame fra il mito e il segno. Il piano del significato immediato viene così traslato attraverso l’indicazione che contiene.

 

Francesco Tedeschi, critico d’arte, curatore indipendente, saggista, professore ordinario di Storia dell’arte contemporanea – Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

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