Visioni # 2.90 Brown Boveri, 2021.
Le cose non accadevano solo a New York, al Village e sui vagoni della Subway – con Keith Haring e Jean Michel Basquiat che cambiavano la pelle della città – ma anche a Milano.
Erano gli anni definiti, con superficiale spregio, della “Milano da bere”, del design di Memphis, dei paninari e della video-arte. Giovani e affamati di gloria, ci muovevamo come felini, intrufolandoci tra le lamiere dell’ingresso di una fabbrica vuota e deserta, la Brown Boveri. Furono Elena Giorcelli e Milo Sacchi a condurmi là dove, all’insaputa del mondo, una quarantina di artisti lavorava ogni giorno tra pozzanghere, ferri e ruggini. La BB era un luogo mistico che soprannominammo Cattedrale. Io ero incaricata di redare la presentazione ciclostilata che accompagnò l’opening, avevo un ruolo teorico. Decidemmo, per il 19-18 maggio 1985, un’apertura clandestina, pericolosa, esplosiva. Era la nascita di una nuova generazione, priva però dell’eroica forza della precedente. I galleristi famelici si precipitarono ansiosi di accaparrarsi le star di domani. Un noto stilista ci convocò chiedendoci di allestire una sua sfilata: gratuitamente!
Rifiutammo. Per molte settimane, dall’ottobre dell’anno precedente, abitammo la fabbrica che divenne anche il mio oggetto di tesi. L’odore di terra, fango, olii, muffa e macchinari erano per noi il respiro della liberà. I gesti alienanti dei lavoratori e i fantasmi dell’operaismo, erano ancora tutti lì presenti, umidi. Ma l’epoca infocata delle lotte era già finita, lasciando dietro di sé scarpe e tute blu che rinvenimmo nell’edificio. Era bellissimo rifugiarsi alla BB quando pioveva o nelle giornate di sole che illuminavano le rovine. I muri raccontavano le innumerevoli storie umane di chi ci aveva lavorato. Nella “navata centrale” dell’edificio principale, Francesco Garbelli compose la scritta ALTARE con i tubi trovati lì creando l’elevazione laica, concettuale, dell’arte. Cosimo Barna dipinse una parete di onde e di pesci, Stefano Arienti colorò delicatamente le muffe e Corrado Levi accanto alla scritta sbiadita “Uomini”, all’ingresso dei servizi, scrisse con leggerezza: “di Corrado Levi”.
Visioni è una rubrica che Manuela Gandini ha pubblicato su Facebook e Instagram riguardante fatti e personaggi del mondo dell’arte contemporanea. Iniziata durante i mesi di chiusura del 2020 è divenuta un libro dal titolo: Visioni, avventure nell’arte contemporanea, edito da HAZE nel 2022.